#Bootleg è l’angolo di Palin Magazine dedicato alla musica. Arricchito di mese in mese da tematiche, artisti e storie e collegato a una playlist, è lo specchio musicale del magazine. Perché sì, anche la musica è cultura e possiede un linguaggio universale, di cui Palin non ha potuto fare a meno.
Immaginiamo di trovarci in una foresta, in mezzo alla campagna o in qualsiasi altro posto in cui la Natura domina incontrastata, e dover descrivere i suoni che ci circondano. Da cosa saremmo attratti? Cosa ci spinge a captare un suono, un rumore anziché un altro?
Per quanto possa sembrare un semplice e rapido esperimento sensoriale, la risposta richiederebbe un notevole investimento in termini di concentrazione.
E se a fare questo fosse un artista, musicista o poeta, cosa ne verrebbe fuori?
‘Gli ammutinati del Bouncin’ ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari (2014), L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti (2016), Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscoli (2019): usciti per Irma Records, sono questi i titoli degli ultimi tre album da solista di Murubutu, nome d’arte di Alessio Mariani, rapper dalla lunga carriera e professore di Storia e filosofia in un liceo reggiano, oltre che pioniere del ‘letteraturap’, un rap concettuale di ispirazione letteraria.

Nei suoi lavori la Natura è sovrana indiscussa, materia pulsante e viva. Il mare, il vento e la notte diventano il leitmotiv dei suoi concept album, oltre che motivo di riflessione sull’ umana natura attraverso un alternarsi di elementi onirici e storie, esperienze e fantasie, riferimenti alla Storia e alla letteratura; brani nei quali gli stilemi del genere rap diventano specchio della cultura, della poetica e del lirismo di un artista controcorrente nella musica del Paese «laddove ‘l sì sona».
Murubutu – La Notte di San Lorenzo (Prod. Swelto) Official Video
Murubutu fa scuola e non solo nella realtà in veste di professore: i suoi ‘rap-conti’ confermano infatti l’eccezionalità di una penna e di un cantastorie unico nella scena hip-hop italiana, creatore di un universo narrativo unico.
Non solo Natura terrena ma anche ultraterrena: da poco è uscito infatti INFERNVM Deluxe Edition, dedicato al viaggio ultramondano del Sommo Poeta, in collaborazione con il rapper Claver Gold per Glory Hole Records.
Fire in the Jungle è la prima tappa di questo viaggio alla scoperta di The Island, un luogo immaginario in cui ho deciso di ambientare il mio nuovo disco. I contorni e i paesaggi dell’isola prendono forma frammento dopo frammento, tra scogliere imponenti e un fuoco che brucia in lontananza.

Così lo scorso anno Lorenzo Nada – in arte Godblesscomputers – artista ravennate classe 1984, introduceva il video di Fire in the Jungle, primo singolo che ha anticipato il suo ultimo album The Island uscito per La Tempesta Dischi il 4 dicembre 2020.
Godblesscomputers – Fire In The Jungle
Un brano energico e un disco in cui i suoni naturali ed elettronici si fondono a echi di sound tribali e a una bass line corposa, in una fusione nella quale non mancano sonorità che rimandano anche al reggae e alla dub.
La natura, l’isolamento, il viaggio verso l’esotico, la ricerca e la fascinazione di un locus amoenus e di una terra lontana sono temi che si abitano questo disco: il viaggio di un naufrago alla scoperta di The Island, luogo immaginario e misterioso a metà tra il metaforico, il reale e l’immaginario, che prende forma lungo le otto tracce dell’album.
La copertina stessa nasconde un enigma, come fosse un miraggio o un’illusione: lo scenario cambia a seconda del punto di vista e lascia il dubbio fino alla fine su cosa sia reale.
In attività dal 2011, Godblesscomputers è un artista dalle molteplici influenze musicali: dal funk al soul, dall’hip-hop alla black music, con alle spalle una vasta cultura musicale e una carriera importanti collaborazioni con artisti come Willie Peyote, Iosonouncane, i Funk Shui Project e gli Ex-Otago.
La sua poetica musicale è elettronica ma con un’anima che strizza l’occhio al jazz e al soul, qualcosa di nuovo sin nella sua composizione: uno storytelling sonoro di contaminazione, originale che alterna suoni più ‘umani’ e naturali a suoni più spiccatamente elettronici, diventando cifra stilistica di uno degli artisti più innovativi del panorama musicale italico. Indubbiamente un producer e un musicista di prim’ordine da tenere d’occhio.

C’è chi alla Natura pensa in altri modi mescolando l’arte, la tecnica musicale e il riuso di materiali prodotti dall’uomo: Dario Rossi, uno degli street drummer, percussionista e producer più noti e apprezzati al mondo per l’originalità delle sue performance artistiche. La sua musica, e più nello specifico il suo modo di produrla, è un unicum nell’elettronica. Nel corso del suo progetto artistico, Dario Rossi sperimenta sin da bambino suonando su svariate superfici e oggetti traendo da essi un sound e un ritmo personalissimo: pentole, vecchie padelle, tubi inutilizzati, secchi e altro materiale di riciclo, in uno show ampliato con l’introduzione di sintetizzatori, campionatori e pad elettronici. Un innovatore che rovescia e reinventa la tecnica e l’accademismo riadattandoli in chiave underground, un mix di tecnologia e suoni capace di calamitare un numero variegato di persone in un eterno limbo musicale a metà tra sonorità elettroniche e suoni più ‘umani’ , un sound ibrido che si sposa alla perfezione con l’ambiente circostante.
(Dario Rossi e Giovanni Allevi nella prima puntata del programma Allevi in the Jungle)
La sua carriera prende il via ‘on the street’ nel 2011, esattamente da Piccadilly Circus a Londra, approdando poi nelle principali piazze di altre città europee e non solo, come Alexanderplatz a Berlino e Place de la République a Parigi, oltre che nei programmi di emittenti nazionali ed estere e in tour nei club, nei teatri e nei festival in Italia e in mezzo mondo. Dopo l’uscita della prima release ufficiale Alarm Clock EP del 2018, dei singoli Big Bang e Lux nel 2019 e Lockdown nel 2020, il 7 maggio Dario Rossi è pronto a lanciare 1959, il suo nuovo album, dedicato al padre scomparso qualche anno fa.
Musica e Natura è quindi un binomio indivisibile e fonte di ispirazione in varie esperienze artistiche, capace di declinarsi e rigenerarsi concettualmente di sound in sound, di artista in artista.
Qui il link alla playlist di Palin!
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