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confrónto s. m. [der. di confrontare]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di confrontare, di essere confrontato: fare il c. di due oggetti; mettere a c. le parole coi fatti; In matematica, metodo di confronto, metodo per la risoluzione dei sistemi di due equazioni di 1° grado e in 2 incognite x, y, consistente nel ricavare in entrambe le equazioni una delle incognite.


Un grande studioso e scrittore, Édouard Glissant, afferma che la violenza dei nostri tempi, quella pervasiva, delle strade, endemica, sia il risultato dell’immediatezza dei contatti. C’è la sensazione costante che più questo mondo diventa un mare senza bordi e confini, più emergano localmente delle zone burrascose, trasformando lo stesso globo in un insieme di isole pacifiche e periferie in disordine.


Dallo sciogliersi dei ghiacciai, che poteva presagire una nuova primavera della nostra consapevolezza ambientale, è andato invece ingrossandosi il mare in tempesta della globalizzazione. Si sarebbe tentati di interpretare quel mare in tempesta, le sue correnti, le sue onde, secondo schemi noti e consolidati; ma la globalizzazione eccede la logica, azzerando le differenze.


Un altro grande studioso, Stuart Hall, suggerisce che sarebbe meglio lavorare sulle ‘resistenze locali’ secondo una teoria del nostro caro Gramsci, il quale affermava che, per studiare e capire il grande mare della Storia, dobbiamo prima partire dalle singole increspature delle onde.
Questa è una svolta importantissima: è un pensiero che riflette la fiducia che possiamo e dobbiamo nutrire per l’individuo, l’uomo, la singolarità storico-determinata.


Ed è in quel punto che si passa per un confronto che definirei obbligato. È la necessaria e drastica urgenza di riflettere sulla propria identità in relazione all’Altro. Superare quel vetro che rende impossibile un reale rispecchiamento con il diverso. Abbattere gli schermi della deformazione, dell’abbruttimento. Questo deve essere un obiettivo: tendere alla ragione.


Sono solo chimere della nostra coscienza. Palin, questo l’ha capito.
Nel suo viaggio attraverso il confronto ha attraversato varie soglie e problemi sociali, animato dall’urgenza di trovare risposta a degli interrogativi che, forse, tutti noi ci poniamo: dalla rievocazione del confronto con il mito e l’immaginario, al faccia a faccia con la nostra stessa storia contemporanea, passando per il confronto tra uomo e macchina, tra lavoratori e multinazionali, nell’industria 4.0, fino al ruolo dell’arte dentro i musei e fuori, per le nostre strade; il nostro pesce rosso ha capito un po’ di cose, ne ha scoperte altre, si è posto altrettante domande.


Il viaggio di questo mese promette tanto. Palin ha superato il suo limite e si è avvicinato al mondo per confrontarsi con esso.
Forse, il primo limite che ognuno si pone, in fondo, è riuscire a non inciampare al primo gradino.

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