Da anni parlare di cambiamenti climatici vuol dire parlare della salute e della vita delle future generazioni. Oggi siamo noi quella generazione da preservare e finora non ci stiamo riuscendo. Questo non è un articolo, è un grido di allarme!
Siamo in ritardo. Il treno sta arrivando in stazione e noi siamo appena usciti di casa. Arriveremo lo stesso a destinazione? La risposta non è così banale, perché il treno in questo caso rappresenta l’opportunità di un mondo ecosostenibile che non sappiamo se si ripresenterà, perché ciò che oggi stiamo vivendo sulla Terra è qualcosa senza precedenti: unprecedented, così è stata definita dall’IPBES (Intergovernamental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services dell’ONU) al Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services di Parigi.
Per anni, scienziati e ambientalisti hanno allertato la popolazione sui possibili rischi legati alle attività ad alto impatto ambientale ma nonostante ciò i dati sono sempre più preoccupanti e le conseguenze hanno già iniziato a manifestarsi, non solo nella natura ma anche sull’uomo. Secondo il sistema di monitoraggio dei disastri delle Nazioni Unite, dal 1970 ad oggi il numero di eventi catastrofici nel mondo è quadruplicato, in particolare quelli di natura idrogeologica sarebbero aumentati di ben sei volte. Il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), analizzando l’ondata di caldo anomalo dell’agosto 2003, ha sottolineato il rapporto tra aumento delle temperature con l’aumento delle morti in Europa (se ne contavano circa 3000), con i danni nella produzione agricola causati dalla siccità dei corsi d’acqua che, come in Francia, sono fondamentali come refrigerante per le centrali nucleari.

Nel 2021 sono ormai stati modificati in modo significativo tre quarti dell’ambiente terrestre e circa il 66% dell’ambiente marino; è destinata alla produzione di colture o bestiame più di un terzo della superficie e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce, e circa 1.000.000 (sì, un milione) di specie animali e vegetali rischiano l’estinzione. Serve un cambiamento e serve subito. Eppure, come fa notare Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, la legge europea sul clima è deludente: il suggerimento della comunità scientifica per il tasso di riduzione delle emissioni da raggiungere entro i prossimi nove anni è del 65%, quello indicato dal Parlamento Europeo è del 60%, l’accordo finale contiene un obiettivo del 55% e, come se non bastasse, si è riuscita a definire una quantità fissa di assorbimenti naturali di CO2 che fa ulteriormente scendere la percentuale al 52,8%.
L’obiettivo da raggiungere rimane quello degli Accordi di Parigi nel 2015, in cui ben 196 paesi si sono imposti di mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C fino al 2030, puntando ad un massimo di 1.5°C. Per capire la differenza, che potrebbe sembrare irrisoria, ci viene in aiuto lo studio di un ente di ricerca dell’ONU, l’IPPC (Intergovernmental Panel on Climate Change), che mette a confronto gli effetti derivanti dall’aumento di 1.5°C e quelli provenienti da un aumento di 2°C. Nel primo caso, ad esempio, l’Artico sarebbe senza ghiaccio una estate ogni 100 anni, nel secondo caso si parla di una ogni 10; la ormai inevitabile scomparsa della barriera corallina sarebbe limitata di un 30%; il rate del rischio di inondazione aumenterebbe invece del 100% contro il 170%; a livello economico si eviterebbero perdite tra gli 8.1 e i 15 trilioni di dollari entro il 2100.

Eliminare il consumo dei combustibili fossili, utilizzare fonti rinnovabili, frenare la deforestazione e la desertificazione piantando sempre più alberi, mangiare meno carne e pesce per combattere l’attività intensiva di allevamento e pesca, favorire la biodiversità. Queste sono solo alcune delle soluzioni che avremmo già dovuto iniziare a sperimentare per salvare il nostro pianeta e preservare la salute delle generazioni future.
Per quanto riguarda il futuro, non si tratta di prevederlo, si tratta di renderlo possibile.
Antoine de Saint-Exupéry
Fonti:
È deludente la legge europea sul clima, WWF
Cosa dicono i numeri di 40 anni di disastri naturali, AGI
Global Emissions of 1.5ºC, IPCC
Nature’s Dangerous Decline ‘Unprecedented’; Species Extinction Rates ‘Accelerating’, IPBES