Le originarie creature dello scultore cinetico Theo Jansen, il Leonardo da Vinci dei nostri giorni che attraverso un processo di metamorfosi trasforma scarti di materiali industriali in specie animali futuristiche.
Si rende oggi necessaria un’opera di demolizione del mito dell’artista-divo che produce soltanto capolavori per le persone più intelligenti. Occorre far capire che finché l’arte resta estranea ai problemi della vita, interessa solo a poche persone.
Così Munari scriveva nel 1966, auspicandosi, e non era l’unico, una disarticolazione dell’identificazione fra artista e divo che ancora oggi talvolta pesa. C’è chi invece, come Theo Jansen, del divo non ha proprio nulla e nel mondo dell’arte ci è voluto entrare in quanto uomo attivo, lui prima fisico, poi pittore, scultore e infine costruttore: un’identità, la sua, sempre in metamorfosi, per scelta, proprio come gli esseri animati che dal 1990 progetta, costruisce e lascia passeggiare sulle spiagge olandesi e che per questo ha chiamato Strandbeest, «animali da spiaggia».
Delle vere e proprie macchine cinetiche, dalle sembianze quasi preistoriche, di cui Jansen ci mostra lo scheletro: sono costituite da materiali riciclati, in particolar modo tubi di cavi elettrici di colore giallo in PVC[1], elastici o bottiglie di plastica. È come se Jansen avesse liberato queste ‘bestie’ dalla prigionia del loro manto, lasciando allo scoperto le ossa (cioè i tubi) nel pieno della loro funzionalità.

A loro modo macchine inutili, perché, come quelle di Munari, «non producono beni di consumo materiale, non eliminano manodopera, non fanno aumentare il capitale», eppure utili, perché benefattrici di un destinatario in pericolo, l’ambiente. Non si nutrono di null’altro che dell’energia del vento, grazie alla quale si muovono, senza inquinare, senza rilasciare gas tossici. Questi esseri, che possono ricordare fantastiche creature uscite da un cartone animato di Hayao Miyazaki, abitano attualmente le spiagge dell’Olanda e si muovono maestosi, evocando memorie ancestrali. Sono innocui, ma produttivi e in questo senso utili: il loro movimento sposta sabbia che con il tempo potrebbe essere accumulata in dune, per difenderci dall’incombente innalzamento del livello del mare.

Jansen sogna forse di popolare il mondo con le sue bestie da spiaggia; intanto ha creato una comunità globale condividendo l’algoritmo e le tecniche di costruzione ed evoluzione delle specie, e molti studenti interessati a questa tecnologia stanno costruendo Strandbeest in ogni angolo del mondo. Jansen ha dichiarato che tutto questo non è stato frutto di un piano predestinato, di un obiettivo, ma della sua immaginazione, sempre in metamorfosi; è nato come un gioco, come un divertimento:
Quando la gente mi chiede cosa mi ha ispirato a fare tutto questo rispondo che è la vita stessa che me lo ha chiesto. Perché quando sono su una spiaggia e lavoro sotto le nuvole l’unica cosa a cui penso è che la nostra esistenza è un miracolo del quale spesso ci dimentichiamo, soggiogati come siamo dalla quotidianità.
Sognatore e costruttore, Theo Jansen opera tanto nell’arte quanto nella tecnologia come generatore di forme di vita all’avanguardia, dialogando allo stesso tempo con l’ingegneria di Leonardo e le sfide poste dall’era tecnologica; così facendo propone nuove soluzioni per un abitare migliore, in sintonia con la natura, che riutilizza oggetti ‘deceduti’ conferendogli una nuova vita attraverso un processo evolutivo di metamorfosi.
Forse in questo momento è già alle prese con un nuovo progetto, oppure starà passeggiando sulla spiaggia al fianco di una delle sue creature; ciò che è certo è che continuerà a immaginare, perché «se ripeti abbastanza spesso la parola vento, questo inizierà a soffiare».
Fonti:
[1]Polivinilclorulo, materiale utilizzato per la copertura dei cavi elettrici.
[2]Dal 1986 al 1989.
[3]Dal 2020 al nostro presente.
Munari B., Arte come mestiere, Editori Laterza, Roma-Bari 2006
Traldi L., Theo Jansen: «Le mie bestie da spiaggia che piacciono alla Nasa», «DesignAtLarge», 8 maggio 2019, ultima consultazione il 08/05/2021,
Sito ufficiale di Strandbeest